A chi si rivolge la vostra storia?
A quale fascia di età? È per bambini (magari dai 3 ai 5 anni, o dai 6 agli 8)? O è per ragazzi (middle-grade o young adult)? Oppure è per adulti?
Ve lo siete mai chiesti?
Perché se non lo avete fatto allora potreste avere un problema. Avere consapevolezza del target di riferimento della vostra storia e del mercato in cui essa si inserisce è importante quando si scrive. A seconda del pubblico a cui vi rivolgete, infatti, il lessico cambia e così la sovrastruttura sintattica che dà forma al vostro stile.
Se il romanzo che avete in testa, ad esempio, parla di una nipotina che scopre di avere un nonno “speciale”, allora presumibilmente la vostra storia potrebbe essere adatta per un romanzo per bambini.
Se invece narra di un detective in crisi d’identità che ha scoperto che la moglie lo tradisce nientemeno che con il suo collega caro amico di infanzia, proprio nel bel mezzo di un’indagine importante, allora appare evidente che vi state rivolgendo a una fascia d’età più alta.
Ecco, sapere a chi si sta parlando – qual è il nostro pubblico – diventa fondamentale quando si vuole trasmettere una storia. Soprattutto se il vostro sogno è puntare a farvi pubblicare da un editore, il cui catalogo – udite, udite – comprende collane editoriali pensate proprio per target specifici (sia per genere, che per età).
Quindi… siete avvisati. Prima di lanciarvi nella stesura del vostro romanzo, pensate al target!