Cara viaggiatrice,
Caro viaggiatore,
benvenuta/o su questi lidi. Non so cosa ti abbia portato sin qui: se il consiglio di qualcuno, la curiosità , oppure il vento misterioso dell’avventura che talvolta sa essere imprevedibile.
In questo spazio, se sei interessato, parleremo di storie. Non di storie narrate però (quelle potete già trovarle sui libri), ma dei meccanismi e degli ingranaggi che regolano il loro funzionamento. Discuteremo quindi su come si imposta una trama, sottolineeremo l’importanza del target prima di tutto, studieremo il punto di vista, di come si scrive una buona ambientazione, di che cos’è e a cosa serve una sinossi, dell’utilità di un setup, di generi letterari, di focus narrativo, e di molto altro. Così che, se vorrete scrivere una storia anche voi (magari lo state già facendo), possiate avere tutti gli attrezzi del caso.
Quindi bando alle ciance, e partiamo ora col primo argomento, la parola forse più temuta tra gli autori: l’editing.
Se dovessi chiedervi nel dettaglio che cos’è, sapreste rispondermi?
L’editing, come molti credono, non riguarda banalmente la correzione ortografica e grammaticale di un manoscritto (per quello esiste la correzione bozze), ma un’analisi critica di tipo formale e contenutistica del testo. L’editing è quel processo di revisione editoriale che passa in rassegna il romanzo (o il racconto, nel caso di un elaborato più breve) con lo scopo di massimizzare due aspetti inestricabili tra di loro:
– lo stile narrativo dell’autore, avendo cura quindi del come, cioè della sintassi, del ritmo e del modo con cui è stata scritta la storia, per cui potrebbero essere necessari degli interventi più o meno “chirurgici” da adottare (asciugatura, riscrittura, tagli del testo);
– e il contenuto, vale a dire il cosa, ovvero ciò che si vuole raccontare (se quello che si ha scritto abbia o meno una coerenza di sviluppo durante tutti i passaggi che caratterizzano l’arco narrativo, dall’inizio al punto finale della storia).
Tenendo inoltre in tutto questo ben presente, come fosse l’ago di una bussola – e qui si aggiunge un elemento fondamentale di cui tratteremo l’argomento più avanti – il target di riferimento a cui l’opera in questione intende rivolgersi (e quindi a chi vuole parlare).
Ma per ora mi fermo qui. E vi dò appuntamento alla prossima pillola editoriale (come piace chiamarle a me) in uscita sempre su queste pagine.
Un caro saluto intanto,
Andrea
* * *
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Lavorerò sul tuo testo dandogli lo smalto che ancora gli manca.