Il punto di vista

La prospettiva con cui scegliamo di raccontare una storia, che ci piaccia o meno, finisce per influenzare o comunque si lega a stretto giro con quello che poi risulterà essere anche il nostro stile narrativo. È quindi molto importante, in funzione inoltre della storia che siamo sul punto di scrivere, saper decidere con particolare attenzione quale prospettiva adottare. Questa “prospettiva”, nell’analisi di un romanzo o di un racconto, prende un nome ben preciso e si chiama focalizzazione, che altri non è che il punto di vista attraverso il quale scegliamo di raccontare i fatti e i pensieri dei personaggi.

Inutile dire che la letteratura è piena di modi diversi di raccontare storie. Tuttavia, se vogliamo, possiamo sostanzialmente inquadrare quelli che sono tre macro-tipi di focalizzazione.

E sono la focalizzazione zero, la focalizzazione esterna e la focalizzazione interna.

La focalizzazione zero si ha quando si è davanti a un narratore onnisciente che conoscendo tutti i fatti e i pensieri dei personaggi decide di raccontarli in terza persona dall’alto della sua posizione, senza però per questo adottare mai il punto di vista di un personaggio in particolare. Un esempio classico? Provate a leggere (o rileggere) I promessi sposi, o Il Signore degli Anelli, o Il Signore delle Mosche e capirete subito che cosa intendo.

Diversa invece è la focalizzazione esterna, tipica dei romanzi gialli o d’avventura, dove il mistero e la suspense la fanno da padrona. Anche qui il racconto procede in terza persona, ma, in un certo senso, risulta più cinematografico. Il narratore, cioè, è come se fosse il vero e proprio regista di un film che con la sua telecamera preferisce mostrare i fatti così come li vede, come fosse un testimone esterno, senza quindi sbirciare mai nei pensieri dei personaggi.

E infine arriviamo alla focalizzazione interna. Essa si ha quando il narratore – che sia in prima o in terza persona – porta avanti la storia dal punto di vista di uno o più personaggi. Un esempio di questo tipo? I libri di Harry Potter, che sono filtrati dal punto di vista del protagonista.

Quindi ricapitolando: focalizzazione zero, focalizzazione esterna e focalizzazione interna.

Voi quale preferite adottare quando scrivete? O, al contrario, quale preferite leggere quando avete tra le mani un buon libro?

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